Analisi di un caso
La cliente a cui darò il nome di Alice è una ragazza di 27 anni, nubile, originaria del sud Italia; è orfana di entrambi i genitori ed ha due sorelle più piccole che vivono nel paese di origine.
E’ iscritta al 5° anno di una facoltà umanistica, completerà gli studi, probabilmente in corso, l’anno prossimo. Nel frattempo lavora come segretaria e si occupa della promozione commerciale di un’attività di un parente. Abita da sola ed è economicamente indipendente.
Da subito appare chiaro che il problema di Alice è la paura di legarsi nelle relazioni con gli altri.
Alice ha da poco chiuso una relazione sentimentale che durava da 7 anni e mezzo. Negli ultimi tempi provava un senso di costrizione rispetto a questo legame, soprattutto da quando il ragazzo, che chiameremo G., aveva cominciato ad accennare a progetti matrimoniali: la pz aveva sentito insofferenza nei suoi confronti pur vedendolo poco (G. infatti lavora in un’altra città), mancanza di desiderio sessuale e poca voglia di coinvolgerlo nelle proprie cose.
Ritengo significativo (ai fini dell’inquadramento del problema) il modo in cui Alice ha gestito questa separazione: ha deciso lei di “mettere tutto in stand-by” e lo ha fatto nell’arco di pochi giorni. Piuttosto che darsi del tempo per riflettere e capire le ragioni del suo distacco, ha preferito sospendere la relazione e aprire un’altra parentesi andando in vacanza con degli amici in un posto super affollato. Al ritorno in città ha continuato a “riempirsi” le giornate di impegni, cercando di passare il minor tempo possibile da sola, arrivando esausta la sera.
All’inizio del trattamento la paziente mi racconta di sentirsi molto stanca, svogliata, senza energie, fa quello che deve fare meccanicamente e senza entusiasmo. […]
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